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[TDS]

per la cocainomane artefice di musica commerciale?....

si

[OverLord]

Bah, la droga sono affari suoi.
Sfruttata commercialmente, sì certo, ma non è rilevante.

La musica che fa..? Avesse cantato Back to Black negli anni '60 adesso ne parleresti con più rispetto. Basta guardarsi un live decente per capire perché e cosa canta. E' solo per via dello sfruttamento commerciale e dei produttori che oggi devo sorbirmi illazioni senza cognizione di causa su tutto internet.

E in tutto questo, non ne sono nemmeno un fan.

Quindi sì, mi dispiace.

Messaggio modificato da OverLord il 24 Jul 2011, 12:30

[Suor Genoveffa]

per la cocainomane artefice di musica commerciale?....

si

La distinzione "musica commerciale" sulla qualità della musica non dice assolutamente un cazzo, identifica solamente un potenziale scopo per cui può essere creata e che, nella maggior parte dei casi, non ha a che fare con l'artista ma con chi lo produce e chi lo sponsorizza. Potremmo trasformare in "commerciali" un sacco di gruppi attualmente meno conosciuti, basta metterli nella posizione di poterlo diventare.

Immagino volessi dire qualcosa di molto clever, di solito non lo si fa facendo leva su "cocainomane" (giochiamo un po' al tiro al bersaglio da 2 mm) e "commerciale" (li abbiamo passati tutti 16 anni, sì?), che non sono argomenti di alcun genere in questo caso, ma banalizzazioni generiche.

Concordo con il post di Overlord, ha fatto una fine piuttosto triste. Non so quanto lo "sfruttamento commerciale" avesse ruolo nel suo caso, ci sarebbero argomenti e controargomenti per reputare sia spiegabile che inspiegabile il suo successo commerciale, onestamente detto. Tra l'altro, proprio ieri discutevo con altra gente sull'impatto diverso che una Amy Winehouse avrebbe potuto avere negli anni '60 e ne sono fermamente convinto.

Detto questo, nemmeno io ne ero un fan, ma sicuramente aveva del potenziale. Entrambi i suoi dischi, a mio avviso, erano abbastanza apprezzabili.

[TDS]

ad ogni modo non vedo perché dispiacersi di un'icona ancora una volta troppo idolatrata e che ha fatto la fine di molti altri :\

[thetoma88]

MA CHE CAZZO STATE DICENDO E' MORTA A 27 ANNI. IL CLUB DEI 27, ORA FA PARTE DELLA LEGGENDA DEL ROCK ECC ECC.

mica come quei cojone di Vasco che non ha il coraggio di farsi saltare le cervella ed entrare nella LEGGENDA.


Ieri stavo parlando con un mio amico e ipotizzavamo cosa succederebbe se James Murphy si facesse un cartone con troppa stricnina. Sarebbe una cosa alquanto spiacevole [e dolorosa per i fan] ma la sua figura farebbe veramente l'ultimo grande salto in avanti, l'alternativa è ridursi a diventare come gli U2, i fratelli fratelli Gallagher, Zucchero e tanta altra gente.

[BDNLL]

sinceramente non l'ho mai ascoltata, sentite alcune canzoni che passavano in radio e onestamente non ne ricordo nessuna. del suo talento non proferisco parola, anche se son in grandissima parte indifferente alle "grandi voci", il mio interesse va prevalentemente alla composizione (la musica, la base) e al massimo allo stile del cantante, e anche quello fa più parte della composizione che di una dota canora a se. in ogni caso si, quel poco che ho sentito era prettamente commerciale, commerciale non inteso come volto a vendere, dato che non me frega assolutamente nulla (tutti o quasi puntano a vendere e non ci vedo molto di strano), ma commerciale intenso come frutto di un lavoro a mio avviso mediocre, minimalista nel senso brutto del termine, incapace di suscitare un vero e proprio interesse che vada oltre il ritornello orecchiabile. però ripeto, mai ascoltata oltre le 2-3 canzoni passate in radio.

quanto a lei, in parte mi dispiace. le cause del suo "degrado" saranno state infinite, i soldi non uccidono le persone, permettono però di amplificare fallimenti nel risolvere problemi. a me l'autodistruzione provoca più curiosità che disgusto ad essere sincero, perchè le cause sono abbastanza incomprensibili, non tanto il perchè lei si sia autodistrutta a tal punto fino ad arrivare alla morte, ma perchè in parte lo facciamo tutti senza riuscire a dare un senso e per inciso non serve assumere sostanze. insomma, per me è inconcepibile arrivare a tanto, ma non è una critica.

in ogni caso pace e bene

[OverLord]

ad ogni modo non vedo perché dispiacersi di un'icona ancora una volta troppo idolatrata e che ha fatto la fine di molti altri :\

Mi dispiace che una persona che canta di se stessa in questo modo non possa più farlo.

Della fine che ha fatto, pazienza, ce la scegliamo la nostra fine.


lol@toma

Messaggio modificato da OverLord il 25 Jul 2011, 03:47

[TDS]

http://www.giornalettismo.com/archives/134...-amy-winehouse/

[OverLord]

LOL

[DarkRoy]

Aveva una bella voce, mi ricorda le cantanti nere

Se poi aver fatto musica "commerciale" ti rende una merda umana e non degno di alcunissima considerazione nè commiserazione come vuole TDS non è affar mio

[Dax]

quanto a lei, in parte mi dispiace. le cause del suo "degrado" saranno state infinite, i soldi non uccidono le persone, permettono però di amplificare fallimenti nel risolvere problemi. a me l'autodistruzione provoca più curiosità che disgusto ad essere sincero, perchè le cause sono abbastanza incomprensibili, non tanto il perchè lei si sia autodistrutta a tal punto fino ad arrivare alla morte, ma perchè in parte lo facciamo tutti senza riuscire a dare un senso e per inciso non serve assumere sostanze. insomma, per me è inconcepibile arrivare a tanto, ma non è una critica.

in ogni caso pace e bene

Personalmente mi schiero "tra gli indifferenti" con l'aggiunta però del disgusto menzionato da Budino. Cioè, quella che a lui provoca curiosità a me provoca solo disgusto. Che la felicità e la serenità non si comprino non ne ho mai dubitato (se mai le maree di VIP drogati non l'abbiano ancora insegnato). Tuttavia, ogni giorno mi alzo e ricordo a me stesso l'ENORME linea di separazione che c'è tra chi soffre e chi ha sofferto davvero (guerre, povertà, etc) e chi soffre per le sue turbe esistenzialiste di sto cazzo. Non smetto MAI di ricordarmi di essere un privilegiato: ogni giorno mangio bene e dormo sotto un tetto al sicuro. Credo davvero che non esista nulla, neanche la perdita di un figlio o cose altrettanto gravi in grado di trasformare il suicidio in un atto che va compatito come lo è la sofferenza vera, quella fisica di chi vuole vivere ma non riesce. E mi si dirà bla bla gli umani sono fragili bla bla la sofferenza psicologica è altrettanto pesante bla bla.

Può darsi, in alcuni casi. DI CERTO, non in questo caso. Per quanto mi riguarda una persona che ha bisogno di rifugiarsi nella cocaina per dare un senso alla sua esistenza - pur essendo anche in una situazione economica favorevole - è una persona che certamente va aiutata per quanto possibile, ma non può e non deve nemmeno diventare un martire. Mi viene in mente chi per il semplice diritto a Vivere deve lottare, e alla fine a questi clown da TV che vivono della loro immagine riflessa non posso che sputare in faccia, mi spiace. Si è tolta la vita, ok, probabilmente era stufa\non aveva più motivi per andare avanti. K, ciao.

Poi si dirà: la vita è tua, ne fai quello che vuoi, con buona pace dei tuoi genitori e della loro fatica. Vero, ma immagino di essere altrettanto libero di disgustare chi la getta via così.

tl;dr: non c'è e non esiste ansia esistenzialistica che può essere equiparata alla sofferenza che prova chi per la vita deve LOTTARE ogni giorno. Anzi, il semplice fatto di poter usare il proprio tempo a razionalizzare questi concetti credo sia invero un privilegio non a tutti concesso.

[OverLord]

Non condivido granché quel che dici Dax, non tanto per ciò che dici di per sé, che è condivisibile, ma piuttosto per distinzioni opinabili e soggettive della sofferenza. Non mi viene naturale il disprezzo per qualcuno che soffre, in generale, che sia una sofferenza "privilegiata" o sia perché lotta per vivere ogni giorno.

Per come la vedo io la sofferenza non è misurabile e non è comparabile, è tale e basta, in tutte le sue forme, che differiscono al massimo per qualità, non per quantità.

Il male di vivere di una cocainomane londinese non vale meno di quello di un bambino in Burkina Faso a mio avviso. Ciò che differenzia i due è solo che uno ha la libertà di scegliere, l'altro no, ma su questo penso siamo d'accordo.

E' ovvio che si possa dire cose del tipo "eh ma c'è sempre gente che sta peggio, con che faccia ti rovini la vita così e blabla random stuff", ma sarebbe come dire agli Afghani "non lamentatevi perché in Nigeria stan peggio". L'importante è la consapevolezza della sofferenza altrui, senza toglierci il "diritto" della nostra per questo.

Penso che in generale si tenda troppo ad usare se stessi come metro di giudizio, senza tentare di essere un poco più empatici.

Messaggio modificato da OverLord il 25 Jul 2011, 17:54

[Dax]

Eh, è che io la vedo in maniera diametralmente opposta. Oggi vedo gente che "soffre" spesso e volentieri ad esempio perché si annoia. Cioè, di nuovo, gente che non riesce a dare un senso alla propria esistenza e dunque si lascia andare. Gente che fa di tutto per "un minuto di fama", perché così finalmente può sentirsi qualcuno, a là grande fratello e poi si riduce a essere un cocainomane, perché poi sono tutte cazzate.
Persone - esattamente come appunto la Winehouse - che si creano la loro piccola immagine (con tanto di look xfetto e immagino tettine rifatte) da svendere alla massa, cantano al mondo la loro "sofferenza" (eh certo, perché è colpa dell'alcool, della droga e dei cattivoni, non tua che sei una viziata del cazzo), e intanto giù di party, droga, alcool, presentarsi ai concerti e agli eventi ubriachi apposta (poverina, soffre).

Gente come lei che magari un talento nel cantare ce l'ha anche e quindi ha una grande occasione davanti a sè, quella di poter cantare ciò che più desidera al mondo, e invece sta lì ad autocommiserarsi.

Budino ha detto una cosa intelligente e cioè che è affascinante come le persone si autodistruggano. E' vero, ed è affascinante come questo non vada di pari passo con la condizione sociale-economica. Proprio per questo io riconosco il dovere di applicare sane distinzioni di morale.

Penso a quanto di utile avrebbe potuto fare con tutti i milioni che aveva e rido.
Penso di nuovo, a chi ha dovuto ricostruire un paese dopo la seconda guerra mondiale o a chi anche semplicemente ogni giorno fa il suo lavoro - magari del cazzo - e la sua eventuale sofferenza la lavora con la moglie, o mettendo al mondo dei figli, o con gli amici. Magari urla, si arrabbia, si deprime, ma lo fa nel privato, si arrabatta e lotta per superarla.

Penso anche solo chi fa ogni giorno la cassiera al supermercato: 40 anni della propria vita a battere su una tastierina per fare scontrini, non verrebbe voglia di suicidarsi? Diamine, si vive una volta sola in fondo. E la Winehouse, che faceva la cantante e prendeva milioni (ovvero, non ha mai fatto un cazzo nella vita) invece dovrebbe avere il diritto di avere la mia compassione. LOL

Eh, no. Altrimenti tantovale che la dia anche all'idiota che ha ammazzato 80 persone in Norvegia, in fondo era un povero piccolo represso che soffriva e aveva bisogno di esternarlo.

Ci manca solo che devo provare compassione per chi ha volontariamente buttato la propria vita nel cesso.
LoL.

Sono d'accordo quando dici che la sofferenza si differenzia per qualità e non per quantità. In effetti è esattamente quello che sto dicendo.
Quindi quando dici "Il male di vivere di una cocainomane londinese non vale meno di quello di un bambino in Burkina Faso a mio avviso. Ciò che differenzia i due è solo che uno ha la libertà di scegliere, l'altro no, ma su questo penso siamo d'accordo." io dico: è proprio questo il punto. Uno è libero di scegliere e quindi è proprio come in questo caso infatti libero di fare il suo male, come questa demente. Pertanto, non vi è motivo per me di provare compassione. Chi invece non lo fa per scelta è certamente meritevole della mia compassione e del mio incoraggiamento.
L'esempio degli Afghani non funziona perché il punto non è che "non c'è mai limite al peggio". Il punto è che imho deve esserci una chiara linea di demarcazione tra il male subito per forza e il male che ci si sceglie di creare, in una situazione peraltro di benessere sociale ed economico. Perchè il primo non ha, appunto, scelta. Per lui la vita potrebbe essere una sofferenza reale dall'inizio alla fine. Chi lo fa per scelta, beh, la considero una scelta, quindi al massimo posso dire "ok, se ti sembra una buona scelta np"

[TDS]

http://www.fanpage.it/borghezio-le-idee-de...-degli-europei/

[thetoma88]

http://www.youtube.com/watch?v=JDSfRYVwpoU

DAX HA DETTO SI' ALLA VITA.
IO HO DETTO Sì A VALSOIA.
Vasco ha detto no alla leggenda.


"le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando esiste l'eroina?". Il problema delle dipendenze è proprio questo e voi due, Dax e Over, lo state focalizzando in modo molto preciso ai miei occhi. Il problema è che non sappiamo fino a che punto lo stesso dipendente è libero. La droga è una SCELTA o una NECESSITà? Fino a che punto una dipendenza può modificare il mio modo di essere e/o i miei pensieri, il mio stesso rapportarmi con il mondo e con gli altri? Perché, al nascere della dipendenza, ho fatto questa scelta?

Per il resto, a pelle sono più vicino al pensiero di Overlord ma non so bene perché.

La risposta, se proprio voglio ritrovarla in un film come Trainspotting, è che il primo a morire della compagnia è stato Tommy [fatto A]. Ecco, fin dalla prima visione ho avuto l'impressione che Tommy fosse il vero protagonista del film. Non tanto per il fatto che sia morto quanto perché è l'unico di cui ci è stato esplicato chiaramente il motivo della sua tossicodipendenza. Una cazzata, direte voi. Eppure non riesco a non pensare al fatto che quel personaggio sia morto per una stronzata fattagli da un amico [fatto B]. Il sano, possente, "normale" Tommy muore per una storia finita male a causa di Mark. Eppure nel mondo c'è gente che muore di fame, mi ricorda Dax [fatto C]. Non vedo come il fatto A e B, concatenati l'un l'altro, possano essere equiparati al fatto C.

L'unico nesso che posso trovare tra A, B e C è che il mondo è un luogo molto triste. Val la pena pensare prima di compiere le proprie azioni, perché le nostre azioni hanno conseguenze, non solo su noi, ma un po' su tutto. Enjoy!